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L'autore, con estrema delicatezza e con un pizzico di ironia, ripercorre gli anni della sua infanzia, l'adolescenza e l'età adulta: i primi vissuti nel Borgo di cui è originario, costellato di personaggi improbabili e imprevedibili; i secondi segnati dall'essere grande in un mondo piccolo, ambiguo e complesso, da un tremendo divorzio e da una lenta risalita verso la stabilità emotiva. Un testo genuino, in cui l'autore si muove con leggerezza anche sopra gli anni più bui della sua vita, senza drammi o prese di posizione inamovibili, e in cui riconoscersi è talmente facile da essere inevitabile: ci troviamo così anche noi alle feste di paese, a ridere e spettegolare; lottiamo insieme agli operai della Fabbrica affinché non venga chiusa; veniamo coinvolti in dinamiche familiari che tutto sembrano tranne proprie di una famiglia; e risaliamo su, insieme a lui, dall'abisso della confusione e dell'assenza.